Con 21 anni di storia, oltre 1.200 birrifici e quasi 7.500 birre diverse, il settore della birra artigianale in Italia ha fatto molti passi in avanti dai temi dei brewpubdi metà anni Novanta, i primi a produrre la propria birra.
Molti di questi si sono poi trasformati in veri e propri micro birrifici, prendendo la strada dell’imprenditoria e cominciando a vendere in tutta Italia e all’estero, e trasformando quello della birra artigianale in un vero e proprio fenomeno che ha coinvolto anche i grandi produttori.
Oggi, dunque, riuscire difficile orientarsi e soprattutto riconoscere i produttori autentici da quelli che semplicemente cavalcano l’onda. Ma nel caso di 32 Via dei Birrai non ci sono molto dubbi: questo micro birrificio trevigiano pone un’attenzione così meticolosa agli ingredienti e alla produzione da essersi aggiudicato la certificazione slowBREWING, che attraverso controlli continui assicura la qualità delle materie prime impiegate attraverso tutte le fasi di produzione, assicurando procedure di fabbricazione tradizionali, igiene e una distribuzione rispettosa dell’ambiente.
La storia di 32 comincia nel 2006, quando Loreno Michielin, esperto commerciale, Alessandro Zilli, ingegnere appassionato di homebrewing e Fabiano Toffoli, mastro birraio, uniscono insieme le loro competenze e la loro passione per dare vita a un micro birrificio artigianale con una personalità in grado di distinguersi nel già ricco panorama italiano della birra artigianale.
Ma perché 32 Via dei Birrai? “32 è il numero corrispondente alla classe della birra secondo la classificazione internazionale di Nizza che indica e categorizza prodotti e servizi”, spiega Loreno Michielin, “e via dei Birraifa riferimento a una strada di Bruxelles, rue Des Brasseurs”.
L’accento viene posto fin da subito sul rapporto fra gusto e design: gusti particolari, bottiglie dall’estetica inconfondibile caratterizzate dall’ormai celebre bollone colorato con il numero 32, packaging accattivante. L’altro tema portante è la sostenibilità, sia in fase di produzione, sia in termini di packaging: consumi ridotti, energia certificata da fonti rinnovabili, imballaggi riciclabili e trasformabili in oggetti d’arredo, e persino i tappi che diventano portachiavi.