La Thailandia è un paese ricco di spiritualità e di apertura religiosa. Tuttavia l’ultimo censimento governativo, che risale ormai al 2015, stabilisce che la quasi totalità dei thailandesi (94,6%) professa il buddhismo theravada, quello delle origini, Semplificando, il più ortodosso.
Per questo, se si vuole cogliere il senso vero della cultura Thai, oltre che per il fatto che sono opere di bellezza incredibile, è fondamentale visitare i Wat, i templi.
Sono sempre aperti e chiunque può assistere alle cerimonie dei monaci e parlare con loro, sebbene sia norma di buona educazione non rivolgere loro direttamente la parola e aspettare che siano i primi a parlare. Tutti i maschi Thai sono tenuti a farsi monaci, anche solo per un breve periodo della vita. Di solito, compiuti i 20 anni, entrano in monastero nel periodo della Quaresima buddhista, che inizia in luglio e dura tre mesi. Chi desidera può prendere i voti, sapendo che può lasciare l'abito monacale quando vuole.
La visita di un Wat, come di ogni altro luogo spirituale, impone rigide regole comportamentali. L'immagine del Buddha è sacra e inviolabile: è vietato toccare la sua immagine, se non per devozione. Tutte le statue del Buddha, sia antiche sia moderne, di qualsiasi materiale siano fatte, sono considerate patrimonio culturale thailandese ed esportarle richiede un permesso speciale del Ministero delle Belle Arti. Insomma, anche se vengono offerte un po’ ovunque, non sono souvenir.
Quando si entra in un tempio è obbligatorio togliersi le scarpe, come quando si entra in una qualsiasi casa thai, e quando ci si siede davanti all'immagine del Buddha è bene ricordarsi di non puntare mai le piante dei piedi nella sua direzione: è considerato un insulto anche nella vita sociale normale, ma puntarle in direzione del Buddha è un'intollerabile offesa.
I templi a Bangkok sono centinaia. Alcuni però sono opere di bellezza talmente universale che sono tappe obbligate.
Wat Arun
La traduzione letterale è Tempio dell’Alba, nome d’ispirazione per i suggestivi giochi di luce che si creano al mattino, quando i primi raggi di sole lo colpiscono. Tuttavia, ha radici storiche, poiché fu proclamato tempio reale da re Taksin col nome originario di “Wat Chaeng” (“chiaro”) arrivando al tempio dopo aver sconfitto la Birmania, giusto all’alba. A onor del vero, il nome completo è Wat Arunratchawararam Ratchaworamahavihara e richiama anche la divinità induista dell’alba, Aruna, ma non vogliamo esagerare.
Come da tradizione, l’architettura del complesso conta più edifici. Il più notevole è il Prang centrale, 81 metri di altezza e base circolare di 234 metri di diametro, su cui si erge un edificio a base quadrata. La guglia istoriata in stile khmer è costruita con mattoni stuccati e decorata con frammenti colorati di fine porcellana cinese. Ripide scalinate portano a due terrazze. L’inferiore ospita cariatidi raffiguranti le Yaksa (spiriti che abitano la natura), le divinità protettrici, scene di vita di Buddha e statue dei Kinnara, metà uomini e metà uccelli, creature mitologiche comuni a Buddhismo e Induismo.
Le cariatidi della terrazza superiore, invece, raffigurano scimmie (richiamo al poema epico siamese Ramakien) ed altri Kinnara. Ancora più in alto statue del dio guerriero indù Indra, la più grande divinità Deva, che cavalca Erawan, il mitologico pachiderma a tre teste. A detta di molti, il Wat Arun è il più bel tempio Bangkok.
Wat Phra Kaew
Più noto come il Tempio del Buddha di Smeraldo, è senza dubbio uno dei più importanti tra i 40 mila templi buddisti tailandesi. Situato all'interno del Grand Palace, nel cuore del quartiere della Città Vecchia di Bangkok, deve il suo nome a un’opera straordinaria per valore simbolico, ma anche artistico, il Buddha di Smeraldo, la statua dell’Illuminato più’ sacra e venerata della Thailandia. Nonostante il nome, la statua è in giadeite verde scuro. Grande circa 60 centimetri, issata su un piedistallo di 11 metri, secondo la leggenda, era un tempo custodita in un monumento a Chiang Rai, e venne alla luce nel 1434 per via di un fulmine. Da allora, molti re asiatici hanno cercato di trasportare la statua nei loro paesi e dopo molte traversie, oggi riposa finalmente al Wat Phra Kaew. Fotografarlo è severamente vietato.
Wat Pho
Situato nel distretto di Rattanakosin, dietro al Tempio del Buddha Smeraldo e vicino al Grande Palazzo, è conosciuto anche come il Tempio del Budda Sdraiato o, per i tailandesi, Wat Phra Chetuphon. È uno dei tempi più antichi e imponenti della città ed è famoso per la gigantesca statua di Buddha (larga 26 metri e alta 15) in una singolare posizione sdraiata ed interamente ricoperta di foglie d’oro. I piedi sono larghi cinque metri su cui sono incise le illustrazioni della sua storia.
Non c’è però solo il Buddha a Wat Pho e vale la pena visitare l’intero complesso. Inoltre, un altro buon motivo per trattenersi è la possibilità di concedersi un massaggio tradizionale Thai, poiché qui ha sede la scuola di massaggio di Wat Pho, una delle eccellenze thailandesi.
Wat Traimit
Situato a Chinatown, custodisce una rappresentazione dal valore inestimabile: il Buddha d’Oro, statua alta 5 metri. Si narra sia stato costruito in oro massiccio nel XIII secolo e in seguito ricoperto di gesso, probabilmente per ingannare i ladri. Camuffamento talmente ben riuscito che venne dimenticato per così tanti secoli che rimase di gesso fino al 1955, quando durante il trasferimento al Wat Tramait cadde un frammento di gesso, scoprendo la preziosissima materia originale.
Wat Saket
Sorge nel distretto di Pom Prap Sattru Phai, su una collina artificiale alta 60 metri, realizzata con strati di fango e mattoni e puntellata da enormi travi di legno. Negli anni, venne rinforzata con colate di cemento per evitarne il collasso. Wat Saket si traduce curiosamente “per lavare i capelli del re”. Secondo la tradizione, Re Rama I, prima di diventare sovrano, avrebbe avuto l’abitudine di utilizzare il recinto del tempio per lavarsi, che divenne quindi luogo di purificazione di corpo e anima.
Per raggiungerlo, ci vogliono 344 gradini, ma l’ascesa è piacevole e ombreggiata, con tante rappresentazioni del Buddha che spuntano all’improvviso dalla vegetazione.
Loha Prasat
Per le sue guglie dorate è chiamato “Castello di Metallo” e si trova all’interno di Wat Ratchanatdaram, il grande complesso templare costruito da Re Nangklao, Rama III, in onore della nipote, la principessa Somanass.
Nonostante sia vicino al famoso Wat Saket e sia poco distante da Khao San Road, è poco conosciuto e i turisti stranieri sono una minoranza. È costituito da tre livelli di strutture concentriche a sezione quadrata, ognuna delle quali più alta della precedente, sostenute da grandi pilastri geometricamente allineati. L’insieme, alto 36 metri, ha un aspetto piramidale. In totale i diversi perimetri raggiungono 37 guglie ricoperte di lamine dorate, che rappresentano le 37 virtù necessarie per raggiungere l’illuminazione.
Ogni piano ha una balconata che si affaccia sulle guglie e ha un nome: si parte dalla “library”, si passa per la “sitting meditation” e la “walking meditation”, per arrivare al quarto piano, il “nirvana”.