Quando la forma vale il contenuto: i musei, sempre più spesso affidati a star dell’architettura, hanno assunto un impatto da prevaricare quasi il motivo della loro realizzazione o, quanto meno, contribuiscono così tanto a esaltarlo da esserne parte attiva.
Sono edifici magniloquenti e avveniristici, con forme e materiali che fanno da apripista alle nuove tendenze architettoniche. Ecco perché vale la pena visitarli anche da fuori. Il padre di tutti i musei sculture urbane fu il Guggenheim di New York, alla fine degli anni Cinquanta, ma l’idea di affidarli ai geni dell’architettura si è propagata negli anni, diventando una caratteristica dell’ultimo decennio. Così, luoghi che una volta erano scrigni culturali, oggi plasmano il volto di interi quartieri e ridisegnano le città in ogni angolo del mondo.
LUMA
Arles, Francia (2021)
Frank Gehry che nel 1997 ha stupito il mondo con il Guggenheim di Bilbao, ha disegnato questo gioiello inaugurato nel giugno 2021 ad Arles, la splendida cittadina provenzale che ha ispirato Van Gogh e Picasso. Alta 56 metri, ricoperta da 11 mila pannelli di acciaio inox, alla cui base giace un'ampia rotonda di vetro, il "drum", la sede della Fondazione LUMA ha 15mila metri quadrati di spazi da adibire a sale espositive, gallerie per progetti sviluppati in loco, ma anche come sede degli archivi della stessa fondazione creata dalla collezionista d'arte svizzera Maja Hoffmann.
MuCEM
Marsiglia, Francia (2013)
Il Musée des civilisations de l'Europe et de la Méditerranée (MuCEM) è firmato da Rudy Ricciotti ed è uno dei più importanti progetti che ha riconfigurato il volto della città a sud della Francia. Un progetto monolitico, un quadrato perfetto di 72 metri di lato. La struttura interna, realizzata in acciaio e vetro, è coperta da una delicata pelle ornamentale in cemento filigranato, lo stesso materiale innovativo utilizzato per la struttura verticale della costruzione: 308 pilastri a forma di albero alti oltre 8 metri.
Louvre Abu Dhabi
Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti (2017)
Sebbene sia un’opera al centro di numerose polemiche, prime tra tutte lo sfruttamento dei 5000 operai che hanno lavorato alla sua costruzione, è davvero difficile resistere al suo richiamo e certamente il suo valore architettonico è indiscutibile.