L’aria in casa è più inquinata di quella in esterno di almeno cinque volte. Arieggiare è d’obbligo, ma l’uso del verde tra le pareti di casa ci viene in aiuto. Alcune specie vegetali sono più performanti di altre per combattere l’inquinamento domestico: qualche suggerimento anche per chi crede di non avere il pollice verde.

«Non tenere le violette in camera, perché poi di notte l’aria diventa pesante e non ti fa bene», così mia nonna mi ha insegnato che sarebbe meglio tenere le piante – una violetta africana, in quel caso – lontane dal letto. Luogo comune. Anzi, mito da sfatare, questo, considerato che esistono alcune piante che durante la notte sono benefiche.
Partiamo dal presupposto che una persona, espirando, emette molta più CO2 di quanto non faccia una pianta. Quindi, se questo è il rischio, meglio dormire senza verde accanto. Poi, occorre specificare che l’anidride carbonica, di per sé, non è tossica, a meno che non raggiunga livelli eccessivi (non consideriamo, qui, il suo effetto di gas serra, ma solo le conseguenze che può avere sulla nostra salute). In ogni caso, le piante possono mantenere in equilibrio i livelli di CO2 e ossigeno e rendere l’aria più leggera e fresca, o “respirabile”.
Tra le pareti di casa, però, possiamo trovare altre particelle aeree dagli effetti tutt’altro che innocui. Prima fra tutte: la formaldeide. Si tratta di un composto a base di carbonio che nell’industria viene usato per resine, vernici, schiume e colle per l’edilizia, per disinfettanti e germicidi o per prodotti capaci di rendere i tessuti resistenti alle pieghe. L’esposizione a quantità elevate di questa sostanza può causare problematiche serie: dall’irritazione di occhi e mucose fino al cancro. A questo si aggiungono benzene, toluene e altri composti comunemente chiamati VOC (Volatile Organic Compounds) che possono disperdersi nell’aria a partire da alcuni elementi della casa o provenienti dall’ambiente esterno. Una specifica è d’obbligo: non tutti i VOC fanno male, anzi. Il limonene, per esempio, è usato a scopi terapeutici, ha effetti detox sul corpo e svolge un’azione antidepressiva e ansiolitica. Al di là di casi come questo, però, bisogna fare molta attenzione a ciò che si porta in casa, controllare i livelli di tossicità dei prodotti e preferire quelli a base naturale.
Niente panico, comunque. Un rimedio c’è. Intanto, è sempre importante cambiare aria (gli esperti dicono per una media di dieci minuti ogni ora) perché quella indoor è comunque più inquinata di quella outdoor. E, poi, alcune piante possono vantare un super potere di purificazione verso queste sostanze. La scoperta risale al 1989, quando la Nasa ha avviato uno studio su alcune tipologie vegetali per rendere più vivibili gli ambienti all’interno delle stazioni spaziali. Da allora, le ricerche si sono moltiplicate e aggiornate.
Efficace anche contro xilene e toluene è la Palma di Areca. Pothos e Spathiphyllum (spatifillo), entrambi semplici da gestire, rimuovono alcune delle tossine e dei VOC. E poi la Sansevieria e la Gerbera, che producono ossigeno durante la notte e sono ideali per purificare la camera da letto. Ancora, l’Aglaonema emette un alto contenuto di ossigeno, mentre elimina le particelle nocive, mentre, per il bagno in particolare, può essere utile l’inserimento della Rhapis excelsa, che abbassa i livelli di ammoniaca. Ancora, Edera helix (edera comune), Ficus benjamin, Dracaena marginata e Aloe vera. Tutte vincitrici nella battaglia contro la formaldeide.