Per quanto scontati, ci sono punti di interesse turistico che non si possono ignorare se si vuole davvero conoscere la città.

Parliament House
Non è solo la sede del potere legislativo ungherese, ma è un gioiello architettonico tra i più celebrati al mondo. Dal 2011 è World Heritage Site dell’UNESCO, insieme a Banks of the Danube, Buda Castle Quarter e a Andrássy Avenue.
Eretto alla fine del XIX secolo, è una miscela di vari stili e motivi architettonici: la sua pianta è barocca, la sua facciata presenta decorazioni gotiche e i suoi soffitti sono decorati in stile rinascimentale. Il progetto è stato anche un propulsore economico, poiché commissionato con l'espressa volontà di utilizzare materiali ungheresi, coinvolgere artigiani e produttori locali, e utilizzare la flora del bacino dei Carpazi come ispirazione per gli elementi decorativi, che hanno richiesto 40 chili d’oro 22-23 carati per la loro realizzazione. Prenotare online con buon anticipo l’ingresso (solo con guida in decine di lingue) è fortemente consigliato.

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Dohány Street Synagogue
Costruita negli anni Cinquanta del XIX secolo, la sinagoga di via Dohány è la più grande sinagoga d'Europa e la seconda del mondo. La pianta basilicale è a tre navate e permette tremila posti a sedere. Lo stile romantico dell'edificio si mescola con elementi bizantini-moreschi e l'edificio a doppia cupola decorato in ceramica ha uno specifico tocco orientale.
La facciata della sinagoga deve rispettare la tradizionale regola di essere sempre rivolta ad est, verso Gerusalemme, quindi, l'ingresso di via Dohany è leggermente disassato rispetto alla strada.
Il complesso comprende un museo, archivi, un memoriale e un giardino utilizzato come cimitero delle vittime dell'Olocausto e il parco commemorativo Wallenberg. L’Unione Europea l’ha riconosciuto come un simbolo di integrazione, memoria e apertura al dialogo.

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Szechenyi Spa Baths
Mettere in valigia il costume da bagno per andare a Budapest non è la prima opzione. Però è d’obbligo, perché le Szechenyi Spa Baths sono assolutamente da visitare. Tra i complessi termali più grandi d’Europa, offrono 18 vasche, tra interne ed esterne, in un contesto neoclassico e neobarocco davvero suggestivo.
Oltre a tutti i classici servizi di una spa (trattamenti, massaggi, saune, steam rooms, cure idropiniche), il sabato sera si trasforma in Sparty, un’affollatissima discoteca con effetti di luce, dove si balla, si beve e ci si diverte fino alle 2 di notte nella calda acqua termale all’aperto, anche quando fuori fa freddo. Le regole sono rigorose: vietati i tuffi, le risse e le effusioni troppo intime.

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Jewish Quarter
La forza religiosa, simbolica e storica è indiscutibile, ma lo è anche dal punto di vista turistico perché il quartiere ha saputo evolversi e rinnovarsi ed è tuttora un punto di riferimento per la nightlife di Budapest.
Qui si trovano i più affascinanti ruin bars (Romkocsma) e le loro presentazioni culturali, mostre, rassegne, proiezioni di film indipendenti, spettacoli di nicchia. Tra questi, va segnalato una sorta di “infiltrato”. Il Kisüzem è un ruin bar ricostruito e non originale, ma la sua vivacità e capacità di organizzare eventi affollattissimi, come di attirare locali e turisti, lo colloca tra i più importanti luoghi d’interesse del quartiere. Inoltre, gestito da un gruppo socialmente consapevole, distribuisce cibo gratis ai bisognosi sulla Klauzál Tér.

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The Shoes on the Danube Bank
In ungherese Cipők a Duna-parton, è una commovente installazione opera del regista Can Togay e dello scultore Gyula Pauerche, che commemora l'Olocausto sulla sponda del Danubio sul lato di Pest. L’Ungheria e Budapest in particolare furono al centro della ferocia nazista e dei miliziani del Partito delle Croci Frecciate e le scarpe di bronzo sul bordo del Danubio ricordano uno dei più efferati rastrellamenti nel Ghetto, che si concluse con un eccidio di innocenti nelle acque del fiume.

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Buda Castle
È il palazzo reale, che ha ospitato i monarchi e i capi dell'impero austro-ungarico fino al 1944, data che segna uno spartiacque anche per la sua conservazione, visto che alla fine della Seconda Guerra Mondiale venne saccheggiato prima dalle truppe naziste e poi da quelle russe. Dei suoi sfarzosi arredamenti non è perciò rimasto praticamente nulla.
Attualmente gli edifici del Castello di Buda sono il sito della Galleria Nazionale Ungherese (Magyar Nemzeti Galeria, in breve MNG), che espone opere dei più grandi artisti ungheresi, e del Museo di Storia di Budapest. I cortili, invece, ospitano i migliori festival di Budapest (del vino, della birra, del cioccolato, dell'artigianato, e così via).
Tra le sue mura circolano molte leggende gotiche, che qualche tour operator ha rispolverato per i turisti amanti del mistero.

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Andrássy út
Due chilometri e mezzo scintillanti per lo shopping sfrenato. Chiaramente ispirata agli Champs-Elysee parigini, è un susseguirsi di boutique, marchi globali, ambasciate e palazzi di così alto pregio, che l’intera via è stata nominata nel 2002 World Heritage Site dell’UNESCO.
Andrássy út può essere idealmente suddivisa in tre sezioni: il trafficato tratto del centro cittadino tra Erzsébet tér e Oktogon è dominato dai marchi di lusso; da Oktogon a Kodály körönd è la zona più museale (Ferenc Liszt Memorial Museum, Zoltán Kodály Memorial Museum, e l’House of Terror, il memorial sui crimini del fascismo e del comunismo); da Kodály körönd alla Heroes’ Square, il tono architettonico cambia da panoramico a maestoso. Chiude, appunto, la Heroes’ Square (Hősök tere), con le sue statue che commemorano i leader delle sette tribù fondatrici d’Ungheria, sormontati dall'Arcangelo Gabriele.

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Great Market Hall
In ungherese Nagycsarnok o Vasarcsarnok, è stato costruito nel 1897, e tra tutti i mercati coperti di Budapest è quello più famoso. Con i suoi tre piani, l’interesse è certamente architettonico, ma è inutile cercare scuse: si viene qua per fare la spesa, ma soprattutto per pranzare a prezzi economici (e fare favolose foto instagrammabili). Attenzione, però, il trappolone per turisti è sempre dietro l’angolo: per comprare la paprika migliore forse non è il posto giusto.

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The Chain Bridge
Congiunge Buda (Ovest) e Pest (Est), che prima del 1849, anno della sua inaugurazione, erano connesse solo via acqua o sul ghiaccio, quando reggeva. La sua costruzione si deve alla testardaggine del conte István Széchenyi, "the “greatest Hungarian”: studiò all'estero, fece diversi progetti, visitò le fabbriche e sperimentò materiali. Poi, si affidò all'ingegnere inglese William Tierney Clark e al suo omonimo scozzese Adam Clark, che riuscirono in quella che all’epoca venne considerata una meraviglia tecnica. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu distrutto come tutti i ponti di Budapest, ma venne poi ricostruito nella sua forma originale. Illuminato di notte fa ancora molta scena.