Il legame con le vigne di Tasca d’Almerita nasce esattamente due secoli fa. Da allora, la passione per l’innovazione ha reso il nome celebre nel mondo. Oggi non sono solo le etichette a parlare di gusto siciliano, ma anche cinque splendide location, con in testa naturalmente la Tenuta Regaleali.

di Marco Muggiano

Un racconto lungo quasi due secoli che si svolge in cinque luoghi incantevoli della Sicilia. È la storia della famiglia Tasca d’Almerita, iniziata nel 1830 dai fratelli Don Lucio e Don Carmelo Mastrogiovanni Tasca.
Tutto nasce in un territorio lontano dalle principali vie di comunicazione, chiamato Tenuta Regaleali. Una tenuta di 500 ettari a corpo unico, adagiata in una fertile vallata montana tra Palermo e Caltanisetta, con altitudini che variano dai 400 ai 900 metri sul livello del mare. Un posto francamente davvero poco siciliano. L’escursione termica diurna è ampia, come a settentrione, ma la luce ha tutta l’intensità del Mediterraneo.
Già riconosciuta come fattoria modello nell'Annuario agricolo siciliano del 1854, in otto generazioni l’azienda non ha mai smesso di sperimentare, approfondire e spingersi oltre. La produzione di vino siciliano nel dopoguerra era soprattutto legata alla produzione di vino sfuso, spesso venduto come vino da taglio da miscelare con vini nel nord Italia o del sud della Francia. Proprio in quegli stessi anni, a Tenuta Regaleali il conte Giuseppe Tasca d’Almerita ebbe l’intuizione di produrre vino e imbottigliarlo. Sempre qui, nel 1959, piantò i vitigni autoctoni Perricone e Nero d’Avola, investendo in un futuro che pochi siciliani riuscivano ad immaginare. Nasceva così nel 1970 il vino Riserva del Conte, da tutti poi chiamato Rosso del Conte. Il figlio Lucio continuò la ricerca dell’eccellenza, piantando in Sicilia le prime varietà internazionali e modernizzando gli impianti di vinificazione.
Oggi, il figlio di Lucio, Alberto Tasca, 1971, porta avanti il progetto familiare con la stessa passione per l’innovazione e la ricerca. Dal 2009 ha fondato e aderito al programma «SOStain», divenuto nel 2020 Fondazione SOStain Sicilia, con l'obiettivo di promuovere un sistema più virtuoso di viticoltura in Sicilia, stimolando al contempo ricerca e alta formazione in materia di sostenibilità. L’attenzione alla sostenibilità è stata riconosciuta a livello internazionale con il premio «Cantina Europea dell’Anno 2019» della rivista americana Wine Enthusiast e il prestigioso «Green Emblem» di Robert Parker Wine Advocate. Tasca d’Almerita, inoltre, sempre sotto la guida di Alberto, ha appena ottenuto il traguardo della certificazione B Corp, entrando a fare parte di un network internazionale di aziende che si impegnano a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale.
Infine, a cavallo del nuovo millennio, insieme al fratello maggiore Giuseppe, Alberto ha infatti iniziato ad estendere il raggio d'azione imprenditoriale e geografico, dando vita a una serie di tenute, dove assaggiare i vini in abbinamento alle materie prime del territorio e, in alcune, dove soggiornare.

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Tenuta Regaleali
Una sorta di laboratorio del gusto: soprattutto vigneti, ma non solo. Qui, infatti, si produce olio extravergine di oliva dal sapore intenso, frutto di un’olivicoltura centenaria. Ed è un crocevia storico di due grandi tradizioni culinarie: da un lato la più autentica cucina contadina, dall’altro la più elaborata, ma altrettanto ispirata cucina dei monsù, i cuochi francesi al servizio dell’aristocrazia siciliana e napoletana fin da 1700.
Ma la forza del luogo rimane legato ai vini. Le particolari condizioni climatiche di Tenuta Regaleali, come l’altitudine, la grande varietà di suoli differenti per microclima, composizione del terreno ed esposizione; permettono una piena espressività a molti vitigni che altrove non sarebbero adatti alla calda viticoltura siciliana. I vini bianchi infatti offrono uno spettro aromatico ampio, accompagnato da una freschezza e una luminosità inusuali nella produzione dell’isola. I vini rossi, al contrario, sono pieni e fruttati, sostenuti da una robusta nervatura acida e tannica che li rende longevi come pochi altri vini isolani. Nella Tenuta Regaleali si producono oggi 19 vini diversi.

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Tenuta Tascante
Sulla costa orientale della Sicilia, sul vulcano più alto d’Europa, tra Castiglione di Sicilia e Randazzo. Vigneti distribuiti lungo 200 muretti a secco, oltre 100 terrazzamenti, 7 ettari di castagni, 355 piante di ulivo, si intrecciano nelle contrade Pianodario, Sciaranuova, Rampante e Grasà. Oggi, nella cantina di Passopisciaro, le contrade vengono raccolte e vinificate separatamente, per sottolineare le distinte personalità dei terroir dell’Etna. Il vino eccezionale della tenuta, prodotto in pochissime bottiglie, è Contrada Sciaranuova V.V., prodotto da una piccola vigna del 1961.

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Tenuta Capofaro
A Salina, la più verde dell’arcipelago delle isole Eolie, nella zona di Malfa, sull’omonimo promontorio a picco sul mare. Con il fascino della sua luce intermittente, il faro di Capofaro dalla metà dell'Ottocento è la sentinella che veglia sul mare. Nei suggestivi spazi, originariamente occupati dal guardiano, sono state ricavate sei stanze esclusive che si aggiungono alle altre dell’albergo di proprietà della famiglia: Capofaro Locanda & Malvasia. Membro dell’associazione Relais & Châteaux, con una struttura nella tipica architettura eoliana è circondato da 4,5 ettari di vigneto a strapiombo sul mare. Dalle terrazze delle stanze, ombreggiate da “cannizzi”, si possono infatti cogliere i profili di Stromboli e Panarea. Qui Tasca d’Almerita produce una delle migliori espressioni del vino tipico dell’arcipelago, la Malvasia delle Lipari. Il ristorante condotto dal talentuoso chef siciliano Gabriele Camiolo dà vita a un sistema agroalimentare sostenibile e autosufficiente. Gli orti della tenuta forniscono da soli il 70% dei vegetali usati in cucina.
Nella Tenuta Capofaro si producono una malvasia dolce e due malvasie secche. The World of Fine Wine ha premiato la proposta del Wine Bar come The Most Original Wine List in the World 2022.

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Tenuta Whitaker
Si trova nella piccola isola museo di Mozia immersa nello Stagnone di Marsala, oggi di proprietà della Fondazione Whitaker. Dodici ettari di vigna, in un luogo che non dispone di energia elettrica e di acqua dolce per l’irrigazione, di fatto al centro di uno stagno salato tra i più ventosi del Mediterraneo. Per raggiungere l’isola è infatti necessario attraversare le saline di Trapani, con i suoi suggestivi mulini a vento. Oggi Mozia è uno dei siti archeologici fenici meglio conservati del mondo. Le vigne sono quindi circondate da scavi archeologici e dallo stagno salmastro dove anticamente si pescava con le reti da lancio. Nel 2007 la Fondazione Whitaker ha affidato a Tasca d’Almerita la realizzazione di un progetto per la promozione e il recupero dei vigneti storici di Grillo di Mozia, con l’idea ambiziosa di far rivivere il «Vino dei Fenici».

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Tenuta Sallier de la Tour
Si trova nell’Alto Belice, a pochi chilometri da Palermo, nell’area vinicola della DOC Monreale. Ciò che più affascina di questa zona è il contesto paesaggistico e culturale: il parco archeologico di Monte Jato conserva importanti strutture risalenti agli insediamenti della Magna Grecia, la vicina città di Monreale è tra le più suggestive dell’isola ed è famosa per la magnifica cattedrale medievale, patrimonio dell’umanità Unesco. La Tenuta appartiene alla famiglia Sallier de La Tour, Principi di Camporeale, dalla metà del XIX secolo. La cantina, costruita nel 1909 e chiamata La Monaca, prende il nome dalla collina che sorge dietro la tenuta. Agli anni ‘40 risale la creazione dei tre laghi collinari - tuttora presenti all’interno della tenuta - e l’impianto dei nuovi vigneti. I primi imbottigliamenti etichettati Sallier de La Tour arrivano negli anni Duemila. Qui il Syrah ha trovato le condizioni pedoclimatiche ideali per dare vini di struttura.

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CONTRADA PIANODARIO
Sull’Etna ogni contrada si differenzia per caratteristiche specifiche: altitudine, composizione del suolo, esposizione, tipologia e morfologia delle lingue di lava. Ma quello che probabilmente distingue maggiormente le contrade sono le caratteristiche geologico-temporali dei terreni. Dalle più recenti colate di lava del 1646, 1879, 1911 e l’ultima in prossimità di Randazzo del 1981, si passa a formazioni più antiche, la maggior parte delle quali vanno dal 122 a.C. fino a 15.000 anni fa.
Contrada Pianodario è un’altitudine media di 775 metri s.l.m., caratterizzata da terrazzamenti con muri a secco. Il terreno è caratterizzato da formazioni di origine vulcanica di età compresa tra i 15.000 e i 4.000 anni. Qui nasce un vino di uve 100% Nerello Mascalese vendemmiate a mano. parete. La fermentazione avviene in vasche di acciaio a temperatura controllata di 25 - 30°C. L’ affinamento si svolge in botti di rovere di Slavonia da 25 ettolitri per 12 mesi.

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MOZIA
Piccola ma incredibilmente ricca di testimonianze storiche, l’isola di Mozia vanta un microclima in cui l’uva Grillo esprime tutta la sua forza vitale. I suoli dell’isola di Mozia derivano da fondali di origine marina, l’isola non ha elettricità o acqua corrente, quindi non è possibile irrigare. La raccolta delle uve è sempre leggermente anticipata, per preservare qualche punto di acidità utile a mantenere la freschezza e la longevità. Le uve di Mozia sono 100% Grillo, vendemmiate a mano e trasportate sulla terraferma nelle tipiche barche con fondo piatto. La fermentazione avviene in vasche di acciaio inox a una temperatura di 16/18°C. L’affinamento avviene in vasca di acciaio a contatto con i lieviti per 5 mesi.