Nascono dall’abbandono e creano un’atmosfera unica, che traspira storia e voglia di ricominciare. La gran parte dei ruin pubs, i locali sorti in edifici dismessi, si concentra nel quartiere ebraico, ma sono un’attrazione per l’intera città che non si è piegata prima al nazismo e poi al comunismo.
Romkocsma, in ungherese, ruin pub in inglese. Una definizione che rischia di portare fuori tema, perché in realtà questi locali sono ricchi di fascino e attraggono tutte le sere la migliore gioventù di Budapest e i turisti più informati. La gran parte dei ruin pub più in voga si concentra nel quartiere ebraico, in palazzi prebellici o in cortili risparmiati dalla speculazione edilizia. Siamo nel XII Distretto, una zona della città in cui molti edifici furono abbandonati in seguito all’occupazione nazista del 1944/45 e che portò al successivo declino del quartiere. La storia però sa prendersi le sue rivincite e oggi questo è un punto d’attrazione inevitabile, per chi voglia davvero cogliere le vibrazioni di Budapest. Qui ci si ritrova per bere ottime birre, i cocktail più alla moda, spizzicare street food, ma soprattutto per respirare un’atmosfera informale e cosmopolita, con qualche pretesa artistica ben riposta.
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Szimpla Kert
Kazinczy utca 14
Senza dubbio, il più rinomato di Budapest. Inaugurato nel 2001 in Kertész utca da un gruppo di ragazzi di Budapest, che riuscirono a trasformare oggetti di vario tipo da cianfrusaglie a eccentrici pezzi d’arredo, quattro anni dopo, la sede del padre di tutti i ruin pub si è spostata in Kazinczy utca 14. Inizialmente ospitava solo un piccolo bar e un cortile destinato alle proiezioni cinematografiche nelle sere d’estate. Col tempo gli spazi restituiti a nuova vita si sono moltiplicati e oggi è una vera impresa multiculturale: musica, arte, reading e market di tutti i tipi, su tutti il Farmers Market. Da dieci anni circa quaranta piccoli produttori attirano migliaia di clienti ogni domenica con i loro prodotti freschi: formaggi, miele, marmellate, sciroppi, verdura e frutta, carne di mangalica e selvaggina, funghi, specialità al tartufo, spezie, creme spalmabili. Non manca naturalmente il mercatino dell'antiquariato e dell'usato. Mentre per cassette e vinili bisogna aspettare il primo sabato del mese.
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Gozsdu Udvar
Király utca 13 - Dob utca 16
Più che un bar, un quartiere che si estende per 60 mila metri quadrati, ricco di offerte commerciali e culinarie. Prende il nome dall’avvocato rumeno Manó Gozsdu, noto per gli investimenti immobiliari. Tra questi, i sette edifici e i sei cortili interconnessi che collegano Király utca con Dob utca e danno vita a Gozsdu Udvar (Gozsdu Courtyard). Progettato dal celebre architetto ungherese Győző Czigler, questo dedalo dell’attuale movida ungherese fu inaugurato nel 1902. Tuttavia, la sua storia ha sorte alterna e per molti decenni ha vissuto nell’abbandono: l’attuale florida dimensione commerciale è stata raggiunta solo negli anni 2000. Oggi, ristoranti e bar dell’Udvar sono sempre affollati, come i fin troppo alla moda Spíler Buda, col gemello Spíler Shanghai Secret Bar, e il Vicky Barcelona. Nei fine settimana l’immancabile mercatino delle pulci.