Altri vulcani di grande importanza sono l’Hekla e il Katla, che hanno dato in passato molte eruzioni e sono sempre sotto osservazione della protezione civile islandese. Ma sono quattro in ordine di tempo le eruzioni storiche che vale la pena citare: la prima, nel 1783, fu quella di Laki, in Islanda meridionale, quando dalla fessura eruttiva detta Lakagìgar, lunga 25 km, vennero emessi 14 chilometri cubici di lava. Fu la più voluminosa emissione di lava della storia, un record che non è stato ancora superato in nessun luogo del pianeta. Purtroppo, insieme alla lava, dalla fessura eruttiva di Lakagìgar fuoriuscirono enormi nubi di biossido di zolfo e fluoro; i gas, una volta deposti sui terreni dell’isola, ne contaminarono la vegetazione portando al decesso di 50% del bestiame e alla conseguente, devastante carestia. Più recentemente, nel XX secolo, ad allarmare la popolazione islandese è stata un’eruzione sub-glaciale, al di sotto del grande ghiacciaio Vatnajökull. Tra il 30 settembre e il 13 ottobre 1996, una lunga fessura eruttiva si è attivata, riuscendo a sciogliere circa 3 chilometri cubi di acqua, che rimaneva però confinata all’interno del ghiacciaio. I geologi islandesi si aspettavano da un momento all’altro che l’enorme pressione dell’acqua di fusione potesse frantumare il fianco del ghiacciaio e fuoriuscire all’esterno. Cosa che puntualmente è avvenuta, fra il 4 e il 7 novembre 1996. Si è trattato di un vero e proprio Jökulhlaup (termine che si può tradurre come “alluvione”) di dimensioni bibliche, un vero e proprio tsunami di acqua di fusione glaciale che ha completamente devastato la regione a sud del ghiacciaio, e i cui segni si notano ancora oggi con grande chiarezza. Un’altra eruzione che tutti ricordiamo è quella dell’Eyjafjallajökull, vulcano dal nome impronunciabile che, fra marzo e aprile del 2010 ha scatenato il putiferio nell’aviazione di tutto il mondo.
Tutto è nato con un’eruzione puramente “effusiva”, cioè limitata alla emissione di spettacolari fontane di lava. Successivamente però, il magma in risalita dal condotto è entrato in contatto con il ghiacciaio sommitale del vulcano. La combinazione esplosiva fra magma e acqua di fusione glaciale ha innescato una grande eruzione esplosiva di tipo freato-magmatico che ha avuto la conseguenza di emettere una colonna eruttiva di ceneri che si è diretta, portata dai venti, verso Sud-Sud-Ovest, investendo i paesi scandinavi e la Gran Bretagna. Il 15 aprile 2010, è stata decretata la chiusura degli spazi aerei e degli aeroporti di numerosi paesi dell’Europa centro-settentrionale, causando un danno di svariate centinaia di milioni di euro. L’attuale eruzione in atto nel sud-ovest dell’Islanda, al contrario di quelle già descritte, è una vera e proprio manna per i turisti. Nella penisola di Reykjanes, il 19 marzo 2021 è iniziata l’eruzione del vulcano Fagradalsfjall, con spettacolari fontane di lava visibili dalla capitale. Decine di migliaia di visitatori sono già accorsi ad ammirare questo miracolo della natura, che per l’Islanda rappresenta solo un piccolissimo tassello dell’affascinante storia vulcanica di quest’isola unica al mondo.