Per la maggior parte di noi sono oggetti banali. Forbici che ci servono per tagliare una stoffa, biscotti integrali che addentiamo distrattamente, acini d’uva da mangiare a fine pasto o noci da condividere durante le feste di Natale. Per lui, invece, sono piccoli, indispensabili tasselli di un quadro più ampio. Sono frammenti d’arte, armonici e inaspettatamente pregni di bellezza. Perché l’arte di Victor Nunes scorge la magia là dove noi, spesso ciechi, vediamo solo “cose”.
Piccole cose di poco conto, che ognuno di noi tiene in casa. E pensare che basterebbe aprire un cassetto, o curiosare dentro il frigorifero, per scoprire che l’arte si nasconde ovunque il nostro sguardo sappia cogliere una scintilla di magia. È forse questo il messaggio più sorprendente, nella sua assoluta semplicità, dell’artista portoghese che oggi vive a San Paolo in Brasile, ha 65 anni ma conserva in splendida forma il suo sguardo bambino sul mondo.
L’espressione artistica di Nunes, in gergo, si definisce pareidolia, ovvero quell'istinto inconscio che ci spinge a vedere oggetti e volti noti laddove in teoria dovrebbero esserci solo forme casuali. Protagoniste delle sue opere d’arte sono proprio queste forme casuali racchiuse in oggetti di uso quotidiano che, inserite all'interno delle illustrazioni davvero uniche scaturite dalla penna di Victor, danno vita a mondi fantastici, bizzarri e spesso permeati d’ironia.
Così, un paio di forbici si trasforma in una bicicletta, mentre un pezzo di lattuga si presta perfettamente a dare la forma a un opulento abito da sera. I fondi di caffè rimasti nella tazza sono gli occhi buffi di un altrettanto buffo personaggio, e un pop-corn assomiglia a un piccolo elefante. Un’arte del quotidiano che c’invita a guardarci attorno e a leggere il mondo con la mente aperta e gli occhi creativi di un bambino.
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