Tutto ciò è in linea con quanto dichiarato dall’IPCC, Intergovernamental Panel of Climate Change – organo intergovernativo al quale possono accedere i Paesi membri dell’Onu e della World Meteorological Organization, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, già insignita del Nobel per la Pace nel 2007. Il rapporto pubblicato il 27 settembre 2018, 2.200 pagine frutto di 6 anni di lavoro da parte di un pool di 209 scienziati e 1500 esperti, ha dichiarato che è ormai praticamente impossibile evitare le conseguenze negative sul clima dell’aumento della temperatura, nonostante i numerosi accordi internazionali tra l’altro perlopiù disattesi.
Tutto questo è opera dell’uomo e l’uomo ha gli strumenti per limitare i danni. Fino all’epoca pre-industriale, la quantità di anidride carbonica in atmosfera si manteneva intorno alle 280 particelle per milione, dopo meno di due secoli siamo a oltre 400 con un aumento medio annuo di 2 particelle per milione e il rischio concreto di superare la soglia critica di 421 nel giro di 10 anni.
La forbice di aumento della temperatura del pianeta Terra è stimata fra 1,7° e 4°, il limite che non andrebbe superato è 2°: oggi, ai pool di scienziati che lavorano su questi temi non è più richiesto di capire se la soglia sarà sforata ma quando, di quanto e come arginarne le conseguenze.
Per la Terra non sarebbe la prima rivoluzione, ma questa volta ci sono miliardi di esseri umani coinvolti. Cosa fare? Diminuire drasticamente l’uso di combustibili fossili, interrompere la deforestazione, migliorare l’efficienza energetica e massimizzare l’uso di fonti rinnovabili, cambiare gli stili di vita modificando i consumi. Come diceva un vecchio film: si può fare. Come è necessario dire oggi: si deve fare.
Author: The Slowear Journal