Nel 2016 la Solar Impulse Mission realizzò l’impensabile. Un velivolo ultraleggero con pilota a bordo fece il giro del mondo senza carburante, nutrendosi esclusivamente di energia solare.
Obiettivo: dimostrare cosa fosse possibile fare davvero con tecnologie pulite, promuovendone l’uso e la ricerca per generare una migliore qualità della vita e dell’ambiente. Stiamo parlando di 40.000 chilometri, divisi in 10 tappe indispensabili sia per permettere ai due piloti di darsi il cambio, sia per recuperare tutte le informazioni possibili sulle reazioni dei materiali e delle tecnologie utilizzate.
Il velivolo era stato messo a punto da un pool di aziende di tutto il mondo e dai rispettivi staff di ingegneri, a bordo salirono André Borschberg e Bertrand Piccardai quali si deve questa impresa storica con passaggi epici, come i cinque giorni consecutivi di traversata dell’Oceano Pacifico, dal Giappone alle Hawaii. La partenza da Abu Dhabi serviva a fare un pieno di energia solare: la variabile decisiva per la riuscita dell’impresa era riuscire a immagazzinarla e rilasciarla nelle ore notturne. Risolto questo punto, il laboratorio volante Solar Impulse ha potuto volare in continuo, mentre il team di ingegneri e meteorologi che da Monaco di Baviera supervisionava il percorso ha garantito sicurezza.
L’altra necessità era raggiungere la massima leggerezza e il massimo isolamento possibile nella struttura del velivolo: i materiali sviluppati da Covestro, azienda internazionale che ha fra i suoi focus la ricerca, sviluppo e produzione di materie plastiche innovative, ha permesso di raggiungere questo risultato.