Dopo aver lavorato per 25 anni per riviste del calibro di ELLE e British Vogue, Susie Forbes è oggi l'anima del prestigioso Condé Nast College of Fashion and Design di Londra, dove di formano le nuove generazioni di profesionisti del mondo della moda e del design. Abbiamo chiacchierato con lei di moda etica, educazione e creatività.
Il nome di Londra è sempre associato alla creatività. La considera la città più creativa del mondo?
SF: Credo che oggi la creatività non abbia confini. Londra resta una città estremamente dinamica, ma non è più possibile racchiudere la creatività all’interno dei limiti di una sola città – ogni cosa ha ormai una dimensione globale.
Qual è il ruolo del Condé Nast College nell’ambito dell’industria creativa e su quali principi si basano le vostre scelte?
SF: Il ruolo del Condé Nast College è quello di garantire un’offerta formativa davvero unica a chi desidera lavorare nell’industria della moda. I nostri programmi sono caratterizzati dal rigore accademico, dalle straordinarie interconnessioni con il settore e dai grandi risultati in termini di carriera ottenuti dai nostri ex-studenti.
Oggi molte aziende di moda fanno proprio il concetto di ecologia e sostenibilità, ma spesso si tratta di un elemento soltanto superficiale, di un argomento di marketing. Che cosa ne pensa?
SF: Credo che, nonostante il grande impegno profuso da poche aziende realmente all’avanguardia, la maggior parte delle case di moda non stia facendo granché in questo senso. Speriamo che questa minoranza illuminata possa continuare sulla buona strada e riuscire a generare il cambiamento anche nella maggioranza.
L’industria della moda ha il più rilevante impatto sociale e ambientale dopo quella chimica e quella petrolifera, dunque un approccio “etico” è ormai d’obbligo. Da dove cominciare? Dalle aziende, dalle istituzioni, dai consumatori?
SF: Credo che il cambiamento possa scaturire soltanto da una combinazione di questi tre attori e dai loro comportamenti, il che rende il quadro piuttosto complesso e frammentato.