Diviso fra Malesia, Indonesia e Brunei e circondato dal Mar Cinese Meridionale, il Borneo è la terza più grande isola del mondo e la più grande di tutta l’Asia, ma soprattutto un grande polmone verde grazie alla sua foresta pluviale, che ha circa 140 milioni di anni e vanta una biodiversità senza eguali.
Eppure, nonostante tutto ciò suggerisca chiaramente quale risorsa inestimabile esso rappresenti per l’intero pianeta, la distruzione della foresta del Borneo è a lungo passata inosservata, e addirittura ignorata dai più.
Ma non certo dagli abitanti del Borneo malese, che da molti anni combattono per difendere le foreste, il proprio sostentamento e anche il rispetto dei diritti umani. Le comunità indigene del Sarawak fronteggiano da tempo l’industria del legno che minaccia di togliere loro la terra, l’espansione indiscriminata della coltivazione di palme da olio e le grandi dighe, le miniere e la bracconeria che devastano la loro terra.
A fine anni Ottanta, il Sarawak finì sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo per aver opposto resistenza all’industria del legno, colpevole di aver usurpato illegalmente il suo territorio. Gli osservatori internazionali furono testimoni di episodi gravissimi come arresti di massa e l’utilizzo di gas tossici contro i manifestanti.
Fra questi c’era anche Joe Lamb, scrittore e attivista di Berkeley, che raggiunse via fiume il villaggio di Uma Bawang per proporre un gemellaggio con Berkeley. Era il primo passo verso un processo che avrebbe dato vita a The Borneo Project, un’organizzazione nata per supportare e portare all’attenzione internazionale le battaglie delle comunità locali, con la convinzione che proteggere la foresta pluviale sia un dovere morale e un atto dovuto per il futuro dell’umanità stessa.
Fin dalla sua fondazione, il progetto ha formato decine di attivisti indigeni in materia di mappatura comunitaria del territorio, consentendo alle comunità locali di identificare aree di rivendicazione dei diritti ancestrali sulle terre e di vincere cause legali e negoziazioni.