Doveva amare davvero tanto la sua Venezia Carlo Scarpa, che qui era nato nel 1906 e qui ha lasciato tanti segni del suo talento fuori dal comune. Architetto d’altri tempi nel solco dell’eredità dei grandi – Bramante, Palladio, Borromini – ma anche grande estimatore di Le Corbusier e Frank Lloyd Wright, Scarpa ha dato molto alla sua città.
Non soltanto spazi nuovi e immaginifici, ma anche e soprattutto grandi opere di restauro nelle quali ha saputo intervenire con grande rispetto e delicatezza.
Uno degli esempi più significativi di intervento su un edificio preesistente è quello della Fondazione Querini Stampalia di Campo Santa Maria Formosa. Il restauro del palazzo cinquecentesco a cura di Scarpa, progettato nel 1949 ed eseguito fra il 1959 e il 1963, comprende, oltre al ponte di accesso e all'ingresso, anche il piano terra, che era stato reso inutilizzabile dal ripetersi del fenomeno dell’acqua alta, e il giardino, all’epoca in completo abbandono.
Scarpa riuscì ad accostare con grande maestria elementi nuovi e antichi, integrando l’acqua e anzi rendendola protagonista attraverso le paratie, la grande vasca del giardino e il canale ai cui estremi si trovano due labirinti scolpiti in alabastro e pietra d'Istria.
“Se vuoi essere felice per tutta la vita, fatti un giardino”, ebbe a dire il grande architetto. E proprio il giardino è in effetti uno dei temi più cari a Scarpa. Suo è il famoso Giardino delle Sculture del Padiglione Italia della Biennale, realizzato nel 1952 e ristrutturato di recente, dove fra giochi di luci, acqua e ombre tre pesanti colonne ellittiche supportano una pensilina trilobata.