Vino e archistar un connubio sempre più stretto, per disegnare la casa alle bottiglie più celebrate del pianeta. Al punto che le cantine diventano un’attrazione quasi capace di far passare in secondo piano il piacere della degustazione.
di Marco Muggiano
Il profumo di mosto e tannini, la piacevolezza della temperatura sulla pelle, le luci fioche e avvolgenti. Le cantine sono posti affascinanti anche per i non conoscitori di vino. Tanto più quando a disegnarne le architetture sono archistar mondiali. Da Foster a Piano, da Calatrava ad Hadid, i più famosi architetti al mondo si sono dedicati a disegnare le dimore di alcuni dei vini più celebrati del pianeta. Tanto che andare in visita a queste cantine talvolta fa quasi passare in secondo piano il piacere della degustazione.
Visitiamone alcune.
=
Mario Botta per Cantina Petra
Suvereto, Livorno, Toscana, Italia
L’architetto svizzero Mario Botta, incaricato di vestire il cuore operativo della Cantina Petra, ha descritto così lo spirito del progetto: “Un disegno razionale che evidenzia la misura, la bellezza, la profondità del paesaggio”.
Un fronte unico a valle, con un corpo centrale cilindrico alto 25 metri, orientato a 45/90 gradi rispetto ai filari che lo circondano. Il cilindro accoglie l’ingresso e al centro le attività di vinificazione. La sommità è un piano inclinato parallelo alla collina adibito a luogo di raccolta dei grappoli: da qui gli acini, separati dal raspo, cadono delicatamente nelle vasche di macerazione e fermentazione, senza subire stress organolettici.
=
Renzo Piano per Rocca di Frassinello
Gavorrano, Grosseto, Toscana, Italia
Un grande quadrato di 40 metri per lato con un immenso solaio che si regge senza il sostegno di colonne. Intorno una cornice larga 20 metri che raccoglie la distribuzione di tutte le funzioni del ciclo produttivo. Su due lati i tini in acciaio e, sopra ciascuno di essi, vi è un chiusino che si apre sul tetto sovrastante, che altro non è se non il grande piazzale nato dalla copertura della barriccaia. In vendemmia, l’uva portata in piccole cassette ai tavoli di selezione, proprio da quei chiusini scende per caduta nei tini di fermentazione, evitando così l'utilizzo di pompe che causerebbero stress all'uva. Sugli altri due lati ci sono tutte le altre funzioni: imbottigliamento, stoccaggio, funzioni di magazzino e logistica. Renzo Piano ha voluto creare una presenza discreta e in armonia col territorio che trova il suo massimo slancio nella torre rossa visibile anche a distanza.
=
Christian de Portzamparc per Château Cheval Blanc
Sant'Emilione, Bordeaux, Francia
Bordeaux è la regione di vini pregiati e costosi tra i più noti al mondo: qui Christian de Portzamparc (Pritzker Prize 1994) riceve l’incarico di disegnare l’ampliamento della celebre sede dell'azienda vinicola francese Château Cheval Blanc. Nasce un “atelier del vino” di 5.500 metri quadrati che si sviluppa su due livelli: al primo piano, 52 vasche in cemento per la maturazione del vino e una raffinata sala degustazioni; al piano interrato, gli ambienti destinati alla produzione vera e propria. All'esterno, le linee delle vele di cemento della copertura si fondono con i pinnacoli dello “Château”.
=
Baggio Piechaud per Ballande & Méneret
Bruges, Bordeaux, France
Ballande & Meneret, produttore incastonato nei boschi della penisola del Medoc, ha incaricato il team di architetti locali Baggio Piechaud di rimodernare un magazzino di mille metri quadrati. Patrick e Anne Baggio Piechaud hanno voluto scardinare la tradizione e hanno creato un enorme monolito di cemento bianco, che di notte si trasforma, grazie ai punti luce a LED che ne tempestano la facciata. Uno specchio d'acqua circonda la struttura, riflettendo la luce ed esaltando la bellezza dell'edificio.
Inevitabilmente, inizialmente amministrazione e cittadini erano preoccupati per l’azzardo, ma oggi è un punto di richiamo turistico.
=
Smiljan Radic per Viña VIK
Millahue, Cile
Architetto cileno di origine croata, Smiljan Radic è stato incaricato di disegnare la nuova veste della cantina VIK. Situata tra le montagne e le ampie vallate con le svettanti montagne delle Ande in lontananza, la “Viña” è stata progettata per avere un impatto minimo sul paesaggio e per questo l’architetto ha voluto usare la tecnologia più avanzata, soprattutto per il tetto in tessuto. Teso e trasparente, consente alla luce naturale di permeare la cantina e quindi di limitare l’illuminazione artificiale.
=
Foster + Partners per Le Dôme
Saint-Émilion, Bordeaux, France
La struttura di Le Dôme si deve a uno degli studi d’architettura più celebri al mondo, Foster + Partners. I visitatori si avvicinano lungo un viale alberato a questa cantina, che ha davvero le sembianze di una cattedrale moderna a pianta circolare. La combinazione di due rampe, una esterna e l'altra interna, consente al visitatore di percorrere le diverse fasi della vinificazione. Entrambe le rampe conducono al cuore sociale dell'edificio con tavoli da degustazione, un elegante wine bar e spazi di intrattenimento, il tutto avvolto da una vista a 360 gradi sui vigneti adiacenti. Il tetto in legno di 40 metri di diametro è una struttura da travi inclinate che si sostengono reciprocamente che crea al centro un oculo largo 6 metri, che consente alla luce del giorno di inondare il piano superiore.
=
Santiago Calatrava, Frank O. Gehry, Iñaki Aspiazu Iza, Zaha Hadid
Rioja Alavesa, Spagna
A nord della Spagna, si distende la zona denominata Rioja Alavesa, dove si produce gran parte dei famosi vini della Rioja. Questo territorio, posto tra il fiume Ebro e la Sierra della Cantabria, gode di un microclima estremamente favorevole per la coltivazione della vite. E non sono poche le cantine che, raggiunto il picco del prestigio con i loro vini, hanno voluto coinvolgere i più alti nomi dell’architettura internazionale.
Così è nata la sinuosa Bodega Ysios ideata da Santiago Calatrava. Così come le spettacolari linee disegnate da Frank O. Gehry per l'edificio che ospita l'hotel, il magnifico paesaggio e le installazioni circostanti del Marqués de Riscal, nel contesto di quella che prende il nome di Ciudad del Vino. O, per finire, le cantine Baigorri del basco Iñaki Aspiazu Iza e la Tienda de Vinos di Zaha Hadid, tecnicamente non una cantina, essendo un punto vendita, ma così affascinante a forma di decanter stilizzato da attirare anche gli astemi.